Le soste profonde - Deep stop

Testo di Lorenzo Bragagnolo
Foto di Claudio Ziraldo

Ultimamente si parla molto di soste profonde (Deep stop), sia relativamente a certi computer subacquei di nuova generazione sia a proposito di immersioni tecniche e ricreative. Voglio soffermarmi proprio su queste ultime, visto che sono quelle che la gran parte dei subacquei effettua di solito.
È opinione diffusa tra certe categorie di sub che effettuando immersioni all’interno della curva di sicurezza il rischio di incorrere in una MDD sia praticamente nullo, ma recenti studi hanno dimostrato, (se ancora ce ne fosse bisogno), che non c’è niente di più sbagliato. Molte sono le cause che possono provocare una MDD, una di queste (probabilmente la più importante) è la velocità di risalita. Le tabelle US Navy in uso da più di 20 anni prevedevano una velocità di risalita di 18 m/min, ma ora la maggior parte delle didattiche, anche alla luce di nuovi studi (Grazie DAN!) ha corretto i propri standard portando la velocità di risalita a 10 m/min, prevedendo in alcuni casi velocità di 3 m/min nella fascia tra i -10 m e la superficie, ferma restando in ogni caso la sosta di sicurezza di almeno 3' a 3/5 metri.
Questa inversione di tendenza ha già dato i suoi frutti abbassando ulteriormente il numero di incidenti subacquei, ma la scienza ha portato alla luce il fenomeno delle microbolle, finora un po’ trascurato sia dalle aziende produttrici di computer subacquei che dai subacquei stessi, soprattutto a causa della mancanza di dati certi su un grande numero di immersioni. Infatti, l’utilizzo dei computer subacquei ha da un lato permesso di semplificare molto lo svolgimento delle immersioni, ma dall’altro ha creato una generazione di subacquei che basa il profilo delle proprie immersioni solo sui dati forniti da questi splendidi strumenti senza curarsi di altri fattori come il freddo, il numero di immersioni effettuate nell’arco della giornata, la profondità ed il tempo di permanenza. Certo che l’avvento dei computer ha trasformato le immersioni quadre in multilivello, portando dei grandi vantaggi in termini di tempo di fondo e quindi di divertimento che parlando di immersioni ricreative deve essere sempre messo in primo piano.
La funzione delle “deep stop” è proprio quella di migliorare la desaturazione dei tessuti (soprattutto di quelli definiti “veloci”) rallentando ulteriormente la velocità di risalita totale in particolare modo negli ultimi 10 metri, che come ci insegnano i “mitici” Boyle & Mariotte sono decisivi per la formazione di bolle (e di microbolle).
Come calcolare quindi le profondità di “deep stop” se l’algoritmo del nostro computer non le prevede? Ci sono diversi metodi empirici, tutti validi ma spesso ritenuti “noiosi” a causa del tempo che aggiungono alla fase di risalita che non sempre è apprezzata dai subacquei.
Un primo metodo molto semplice consiste nell’effettuare una sosta di 1’ o 2’ alla profondità intermedia tra la massima raggiunta e la superficie effettuando una o più soste aggiuntive se la distanza tra la prima tappa fonda e la prima tappa di deco è superiore ai 10 metri.
Per immersioni particolarmente profonde, si può anche seguire questo metodo, sicuramente più complesso ma particolarmente efficace: si effettua una sosta di 1’ o 2’ ad una profondità intermedia tra la massima raggiunta e la prima sosta di deco, al risultato aggiungere la profondità della prima sosta. Detto così sembra una cosa incalcolabile, quindi per semplificare faccio un esempio pratico: immersione con profondità max di -38m con prima sosta di deco a -6m. La prima deep stop si calcolerà in questo modo: 38-6=32 32/2=16 16+6= 22. Alla quota di -22 m effettueremo la prima sosta profonda. Si andrà avanti a calcolare in questo modo la profondità della sosta finché il risultato non sia una sosta ad una profondità inferiore ai 10 metri o inferiore a quella della prima sosta di deco.
A questo punto seguiremo le istruzioni forniteci dal nostro fidatissimo computer. Qualunque sia il metodo di calcolo potremmo anche aggiungere un’ulteriore sosta calcolata con un altro sistema: aggiungere una sosta di 2’ ad una profondità di 3 m inferiore alla prima sosta di deco o dalla sosta di sicurezza. Possiamo anche applicare al profilo delle nostre immersioni solo uno di questi metodi, in ogni caso però dovremo prestare attenzione ai consumi visto che i tempi di risalita si allungheranno di diversi minuti. Le extra deep stop sono particolarmente utili in caso di immersioni profonde o ripetitive, ma nessuno ci impedisce di effettuarne almeno una ogni volta che facciamo un’immersione. Ricordatevi che abbiamo indicato dei metodi empirici, che hanno comunque una base scientifica, ma il corpo umano non funziona in base a metodi matematici e le reazioni del corpo dovute all’assorbimento di azoto nei tessuti presuppongono un numero talmente elevato di variabili che con gli algoritmi dei computer subacquei cerchiamo di standardizzare ad un livello di rischio accettabile. Infatti oltre ai tessuti veloci e medi ci sono quelli lenti, la temperatura dell’acqua, lo stato psicofisico del subacqueo, il tempo di fondo… Insomma anche facendo le soste profonde non siamo esenti dai rischi di MDD, semplicemente con le deep stop cerchiamo di diminuire le possibilità che ciò avvenga. La maggior parte di noi finisce le immersioni con una congrua riserva d’aria inutilizzata: perché non farne uso per aumentare la sicurezza delle nostre immersioni? Spesso poi si effettuano immersioni in parete che ci permettono di “pascolare” divertendoci ad osservare tutte le forme di vita che il mare ci offre, impedendo alla noia di farsi strada.
Se effettuate delle immersioni con e senza soste profonde, provate a segnare sul vostro log-book se avete sensazioni di stanchezza fisica o sonnolenza, sono i segnali più evidenti della presenza di microbolle. Dopo un certo numero di immersioni potrete fare la vostra statistica personale e noterete che quando fate le soste profonde questi sintomi saranno molto più labili se non addirittura assenti.
Per finire ecco alcuni brevi e generalizzati dati tecnici: solo effettuando una sosta di sicurezza di 5’ invece che di 3’, i tessuti con tempo di emisaturazione tra i 5’ e i 20’, riducono il grado di sovrasaturazione di valori compresi tra il 9% (5’ di emisaturazione) e il 2,5% (20’ di emisaturazione).

Buone immersioni a tutti!


Per scrivere questo articolo ho attinto informazioni dai seguenti scritti:

  • Perché 5 minuti a 3 metri? di Stefano Ruia, Articolo pubblicato su Il Subacqueo, marzo 2001
  • Le tappe profonde, di Corrado Bonuccelli, Articolo pubblicato su Il Subacqueo, maggio 2001
  • L’importanza della velocità. Velocità di risalita e rischio decompressivo, Prof. Alessandro Marroni, President, DAN Europe
  • L'importanza delle soste di sicurezza profonde: Ripensamenti sui profili di risalita per immersioni con decompressione, di Richard L. Pyle. Una versione ridotta di questo articolo ha avuto la sua prima pubblicazione su DeepTech, 5:64; e la versione completa è stata successivamente pubblicata sul Cave Diving Group Newsletter, 121:2-5.
  • Una sosta di sicurezza a metà della risalita? di Peter Bennett, Alert diver 1/2001