Voli di farfalle

Il pesce farfalla mascherato ha un mantello di un inconfondibile
colore giallo sgargiante, con una maschera scura sugli occhi e
sulle guance e fa parte di una grande famiglia di bellissimi
pesci multicolore, i Chetotodonti.

Testo e Foto di CLAUDIO ZIRALDO


(UW Nikkor 15 mm N)

Chaetodon semilarvatus” è il ridondante nome scientifico del pesce farfalla mascherato, certamente uno dei soggetti più interessanti che un fotografo subacqueo può incontrare; è una specie che vive in Mar Rosso e nel Golfo di Aden, caratterizzata da una sgargiante livrea gialla con una “maschera” scura intorno agli occhi e alle guance.
Appartiene alla grande famiglia “Chaetodontidae”, composta da 10 generi con circa 120 specie di bellissimi pesci multicolore, che vivono principalmente lungo le barriere coralline.
La maggior parte delle specie occupa le aree costiere dell’Indo - Pacifico tropicale e, molte di queste, vivono lungo i reef corallini del Mar Rosso e del Mare Arabico; 12 specie vivono in Atlantico e soltanto 4 nelle acque del Pacifico orientale.
Il pesce farfalla mascherato (Masched butterflyfish), come altri componenti di questa famiglia, è endemico del Mar Rosso e del Mare Arabico, un’area geografica dove il fenomeno dell’endemismo risulta alquanto elevato.
Lo si trova generalmente a coppie, spesso sotto piattaforme coralline (Acropora), al riparo di relitti o in gruppi talvolta molto numerosi, in alcuni casi associato con esemplari della specie Heniochus, che occupa i medesimi areali.


(UW Nikkor 15 mm N)

Uno dei comportamenti più caratteristici di questo magnifico pesce è la tendenza alla “stanzialità”, caratteristica che aiuta non poco i fotografi subacquei che, anche a distanza di anni, possono ritrovare esemplari di questa specie negli stessi luoghi.
Ho già scritto altre volte che, oltre ad altre doti ed attitudini, la conoscenza degli abitanti del mare e delle loro abitudini di vita è certamente una carta vincente per poter realizzare immagini interessanti e, nel caso specifico, sapere dove e quando possiamo trovare questi splendidi animali, potrà contribuire in modo determinante a rendere sempre più completo ed apprezzabile il nostro archivio fotografico.
Al di là di situazioni improvvise ed inaspettate in cui le capacità di adattamento ed improvvisazione ci aiuteranno a realizzare un buon lavoro di reportage, occorre ricordare che la fotografia subacquea è una attività che va praticata con metodo e spesso realizzando lavori “a soggetto”, tornando in luoghi conosciuti, ad orari precisi e alla ricerca di soggetti ben identificati, o in momenti in cui il sole si trova in una determinata posizione e ci permette di riprendere fauna di tipo “bentonico” come gorgonie o alcionari, nella condizione di luce che ci è più congeniale; irrinunciabile naturalmente una attrezzatura adeguata al tipo di riprese che si intendono effettuare.
Ma torniamo ai pesci farfalla mascherati, conosco molti siti di immersione dove si possono incontrare esemplari di questa specie ma uno, in particolare e che frequento da moltissimi anni, ospita una vasta popolazione di questi pesci e, nel tempo, mi ha offerto la possibilità di realizzare immagini interessanti.


(UW Nikkor 15 mm)

Si tratta di un piccolo reef di forma circolare, situato a circa tre quarti d’ora di navigazione da Hurgada e a pochi minuti dall’Isola di Abu Ramada, dalla quale prende il nome di Gota Abu Ramada.
Il reef si eleva da un basso fondale di 12/15 metri di profondità, costituito da bianchissima sabbia corallina e, non ho mai capito per quale motivo, è popolato da folti branchi di diversi tipi di pesce corallino: ombrine (Plectorhinchus gaterinus), azzannatori macchiati (Lutjanus monostigma), triglie (Mulloides vanicolensis), barracuda pinna gialla (Spyraena flavicauda), pesci bandiera (Heniochus intermedius) ecc… oltre ad una moltitudine di altri abitanti del reef e dei fondi sabbiosi.
E’ una palestra ideale per il fotosub, ma c’è un grande problema: è un sito frequentatissimo da subacquei che effettuano escursioni giornaliere e, dopo una certa ora, è praticamente impossibile fotografare.
A seguito di molteplici ed accurate osservazioni ho notato che i pesci farfalla mascherati si riuniscono in branchi nelle prime ore del mattino e, a volte, si portano pure in acqua libera sul filo di una leggera corrente (forse per nutrirsi di plankton), offendo interessanti spunti per riprese d’ambiente; più tardi si disperdono e si rifugiano negli anfratti del reef.


(UW Nikkor 15 mm)

Per questo motivo mi organizzo in modo da poter entrare in acqua poco dopo l’alba, quando non c’è ancora nessuno; tra l’altro il punto di maggior interesse si trova in prossimità della punta Nord - Est del reef per cui, se si riesce ad interporsi tra i pesci ed il reef stesso si può lavorare in controluce ottenendo immagini di grande suggestione.
In genere per questo tipo di riprese uso il 15 millimetri Nikonos, che ritengo ancora insostituibile, date le sue caratteristiche di qualità, versatilità e maneggevolezza; utilizzo inoltre l’esposimetro Sekonic Marine Meter II per la valutazione della luce ambiente ed il flash in manuale con tecniche di illuminazione “radenti” per attribuire maggiore plasticità alle immagini, in genere direzionando la luce dal basso l’alto per illuminare il meno possibile o non illuminare affatto la sabbia e gli scogli del fondo.
In questo modo le foto assumono una particolare atmosfera e si riesce a dare l’impressione che i pesci siano sospesi in uno spazio tridimensionale.
Qualche volta, con lo scopo di cercare immagini di “grande respiro” utilizzo pure una fotocamera reflex scafandrata dotata di un obiettivo supergrandangolare (Fisheye Nikkor 16 mm AF); anche e soprattutto in questi casi occorre che intorno non ci sia nessuno, in considerazione della ampiezza dell’angolo di campo dell’obiettivo stesso.

(UW Nikkor 15 mm N)

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(Fisheye Nikkor 16 mm AF)

Data la bassa profondità a volte mi immergo con due macchine, una delle quali molto “pazientemente” portata in acqua da mio figlio Alessandro e rimango sul posto finché ho terminato entrambi i rullini; in altri casi, se il mare è calmo e la barca è ancorata non molto lontano, faccio due immersioni successive con cambio dell’autorespiratore entro i dieci minuti (naturalmente predisponendo il tutto in anticipo, fotocamera e seconda bombola).
Data la mia esperienza di istruttore tecnico in genere, per questo tipo di immersioni, utilizzo Nitrox 36 non tanto per “tagliare” i tempi di decompressione (uso sempre e comunque il computer tarato ad aria), ma per ridurre il carico di Azoto ed i rischi di MDD dovuti alle molteplici immersioni successive che si protraggono per molti giorni; e questo da sempre e non soltanto a seguito delle recenti “indiscrezioni” che provengono dagli USA riguardo ai problemi relativi all’uso di miscele iperossigenate.
Per poter lavorare in questo modo è irrinunciabile essere in crociera, aver assunto chiari e precisi accordi con il Tour Operator prima di partire ed organizzare una barca con un gruppo di amici disposti a stare in un posto “buono” anche per diversi giorni.
Con l’avvento delle nuove grandi barche da crociera questo “modus operandi” diventa sempre più difficile ma, per ora, si riesce ancora a praticare.
Passato il magico momento dell’alba i farfalla gialli cominciano a disperdersi, ma rimangono ancora per qualche ora in piccoli gruppi e poi cominciano ad arrivare le barche dei “giornalieri”.
E’ il momento delle riprese ravvicinate e quindi porto con me una fotocamera reflex scafandrata dotata di un obiettivo macro e, a seconda dei casi, utilizzo il Micro Nikkor 60 mm AF o il Micro Nikkor 105 mm AF.
Un’altra delle doti richieste al fotosub è la pazienza, ricordo un episodio successo anni fa in Malesia dove, per farmi “accettare” e poi effettuare una ventina di scatti a due pesci fantasma arlecchino (Solenostomus paradoxus), sono rimasto più di mezz’ora su un fondale fangoso a 20 metri e, dal momento che si trattava della terza immersione del giorno, sono pure uscito di curva!

(Micro Nikkor 60 mm AF)

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(Micro Nikkor 60 mm AF)

E, come sempre, anche con il pesce farfalla mascherato la pazienza dà i suoi frutti!
Con il 60 mm si possono effettuare riprese di più esemplari, cogliendo insolite ed accattivanti geometrie; attenzione però alla distanza del flash che, se troppo elevata, origina una perdita della qualità della luce e, invece che gialli, i “nostri amici” diventano verdi.

(Micro Nikkor 60 mm AF)

Il 105 millimetri poi permette di realizzare ritratti molto ravvicinati e dettagli del mantello, del muso ecc... ed eccoci nell’ambito di quella che in gergo viene definita “FISH ART” ed alla quale dedicherò uno specifico articolo.

(Micro Nikkor 105 mm AF)

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(Micro Nikkor 105 mm AF)